orphan of femicide invisible victim

Orphan of femicide invisible victim

Orphan of Femicide Invisible Victim (Orfani di Femminicidio Vittime Invisibili) è un progetto sperimentale che risponde all’urgente problema rilevato dall’Eures che stima che dal 2009 fino al 2021 siano più di 2000 le orfane e gli orfani di femminicidio nel nostro paese.

Un tema nascosto

La necessità di intervenire su questo tema nasce dalla constatazione che alla gravità del crimine, spesso commesso in ambito familiare e domestico, si aggiunge l’insufficienza di strumenti di aiuto ai figli e alle figlie delle vittime: segno di un generale disinteresse rispetto al tema violenza di genere.  Queste ulteriori vittime sono spesso lasciate in solitudine e senza un supporto adeguato rendendole, di fatto, invisibili.

Una rete di enti, università e ETS per un azione comune

Il progetto dura 4 anni ed è attivo in 5 regioni del nord-est (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto). 

Promotrice dell’iniziativa è la cooperativa Iside, attraverso la partecipazione al bando “A braccia aperte” dell’Impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa, e vede coinvolti 9 centri antiviolenza, 2 università, 3 tra centri specialistici di ricerca e di formazione professionale, 2 enti del terzo settore tra cui EDI onlus e 2 enti pubblici.

Il contributo di EDI onlus

EDI lavora all’interno del progetto sia come ente accreditato dall’impresa sociale Con I Bambini in ambito di  tutela dell’infanzia e dell’adolescenza da abusi e maltrattamenti (child safeguarding), sia come ente esperto in ambito  di emergenza psicoeducativa. Nel progetto si occupa:

  • di supporto alla partnership per la costituzione di una policy di tutela dell’infanzia e dell’adolescenza da ogni forma di abuso e maltrattamento, adatta a questo tipo di intervento;
  • della realizzazione un modulo formativo per operatrici e operatori 
  • della gestione di un intervento psicosociale sul campo nella provincia di Bologna. 

Recuperare dopo un evento tragico

Questa esperienza è l’occasione di pensare a strategie coordinate per rimuovere gli ostacoli (psicologici, giuridici, sociali, economici) che impediscono ai figli e alle figlie delle donne uccise e alle famiglie affidatarie il recupero della serenità.
L’obiettivo è quello di predisporre risposte concrete e strutturate nel tempo per realizzare interventi integrati multidimensionali per elaborare protocolli e buone pratiche.

È per questo che nell’intervento è coinvolta un’ampia rete di figure specialistiche competenti, imprese, enti del terzo settore, istituzioni (servizi sociali, ASL, tribunali, FF.OO.) e in particolare i centri antiviolenza della rete nazionale D.i.Re. in un’ottica di community building per costruire nei territori una comunità accogliente e responsabilizzata.

I Focal Point

Tra gli strumenti  operativi del progetto particolare importanza hanno i 4 focal point regionali che costituiscono il riferimento per tutti gli attori coinvolti.
Le équipe dei focal point sono composte da esperti con competenze multidisciplinari e rappresentative delle reti territoriali. I vari Focal Point hanno il compito di raccogliere le richieste di supporto e di orientare i casi verso i diversi servizi specialistici. Sono inoltre promotori dell’attivazione delle reti territoriali, e coordinano la messa a punto delle procedure e dei protocolli di intervento.

I percorsi

I diversi aspetti che genera la presa in carico degli orfani e delle orfane e delle famiglie affidatarie sono trattati attraverso percorsi dedicati costruiti sulla base dei bisogni che emergono durante una fase di analisi preliminare dei bisogni con la primaria motivazione della tutela dell’infanzia.

Per gli/le orfani/e: Sono sviluppati percorsi per bambine e bambini e ragazzi e ragazze finalizzati al reinserimento sociale dopo l’evento traumatico. Per renderli attuabili sono state predisposte delle doti educative, ovvero la disposizione di un mini-fondo economico che permette di svolgere le attività individuate a seconda del profilo personale di ciascuno/a. Per i/le più grandi è previsto l’accesso ad uno sportello lavoro con l’obiettivo di fornire un orientamento mirato, percorsi di inserimento e formazione professionale, o il sostegno allo studio universitario.

Per le famiglie affidatarie: Il sostegno per le famiglie è realizzato attraverso un lavoro psicosociale di gruppo, gruppi di mutuo aiuto, percorsi di psicoterapia per singoli nuclei familiari; inoltre se necessario viene avviata la costruzione o il rafforzamento della rete informale di sostegno alla famiglia. Sono attivati anche percorsi di assistenza legale per agevolare l’accesso alle misure previste dalla L.4/2018, mentre dal punto di vista economico è possibile accedere a forme di sostegno per aiutare nelle piccole spese materiali attraverso un fondo dedicato.

Il rafforzamento degli stakeholder e degli enti

Parte fondamentale del progetto è anche lo sviluppo aumento delle competenze (capacity building) in materie di tutela e salvaguardia dei minorenni  per gli attori coinvolti che parte dall’elaborazione e adozione di una policy di child safeguarding, e che è affiancata da workshop formativi per i diversi profili dei professionisti.

Le parole giuste per raccontare

Un altro aspetto importante è anche la messa a punto di attività formative e informative rivolte a giornalisti e addetti alla comunicazione rispetto alle modalità di narrazione dei crimini domestici e delle vicende degli orfani e delle orfane.

La prevenzione

Cruciale è anche la prevenzione che si attua attraverso la realizzazione di iniziative nelle scuole secondarie di I e II grado. L’obiettivo è di sensibilizzare e aumentare la consapevolezza dei ragazzi e delle ragazze (nella fascia di età 14-21 anni): attraverso la metodologia della peer education, è stimolata l’attivazione di gruppi di pari allo scopo di innescare il dialogo rispetto ai temi della violenza contro le donne e riflettere su genere e stereotipi.

Per approfondire

Orphan of Femicide Invisible Victim

Dove

Veneto (Venezia, Belluno, Padova, Castelfranco Veneto, Treviso), Emilia-Romagna (Bologna, Ravenna, Ferrara), Lombardia (Milano), Friuli-Venezia Giulia (Pordenone), Trentino-Alto Adige (Trento).

Partner

Capofila
Partner

Ass.Belluno DONNA, Centro Veneto Progetti Donna, Rel.Azioni positive scs, Fondazione “Emanuela Zancan”,
Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate, Cerchi d’Acqua cooperativa sociale, Istituto Minotauro, Università degli Studi di Milano-Bicocca, EDI onlus, Ass. Coordinamento Donne Onlus, Ass.Voce Donna onlus,AUsl Bologna, Comune di Bologna, Casa delle donne per non subire violenza, Angelo Pescarini Scuola Arti e Mestieri, Centro Donna Giustizia, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Grazie a

Ruolo di EDI onlus

Supporto psicosociale e policy child safeguarding

Durata del progetto

2021-2025